Rivoluzione nel trattamento dell'autismo: un batterio può ridurre i sintomi psicosociali

Scoperta sorprendente sul Disturbo dello Spettro Autistico (DSA): un batterio intestinale potrebbe aiutare a mitigare i sintomi psicosociali. Questo è quanto emerge da un recente studio internazionale, guidato dal Policlinico Tor Vergata in Italia.

Il ruolo del batterio Lactobacillus reuteri

A quanto pare, un particolare ceppo di batterio, noto come Lactobacillus reuteri, potrebbe avere un impatto positivo sui sintomi delle sindromi dello spettro autistico. Questo batterio si trova nel nostro intestino, spesso descritto come "il secondo cervello", che si sta rivelando una fonte di nuovi trattamenti per i disturbi neurologici e psichiatrici. Il microbiota intestinale, che comprende batteri, funghi, virus e altri organismi, svolge un ruolo fondamentale nell'assimilazione dei cibi e nella protezione dalle infezioni.

Gli studi sul DSA e il microbiota intestinale

La ricerca si è focalizzata sul DSA poiché sono state riscontrate anomalie gastrointestinali e variazioni del microbiota nei bambini con autismo rispetto a quelli neurotipici. Uno studio clinico randomizzato controllato con placebo, condotto da un team internazionale, ha coinvolto 43 bambini tra i 4 e gli 8 anni. Questa ricerca ha durato oltre 3 anni e ha visto la partecipazione di istituti di ricerca in Europa e negli Stati Uniti.

I risultati della ricerca

I risultati dello studio hanno rivelato che l'assunzione di una specifica combinazione di ceppi di Lactobacillus reuteri migliora il funzionamento prosociale nei bambini con autismo. Nonostante non ci sia stato un miglioramento generale dei sintomi, i bambini hanno mostrato notevoli benefici nelle abilità sociali adattive.

Il professor Luigi Mazzone, dell'Infantile del Policlinico Tor Vergata di Roma, ha commentato: "Il nostro studio ha confermato che l'assunzione di terapie integrative con probiotici è molto promettente. Tuttavia, sono necessari studi più ampi per comprendere gli effetti specifici dei singoli ceppi sulla sintomatologia autistica".

L'effetto del probiotico sul microbiota intestinale

La ricerca ha inoltre analizzato il microbiota intestinale e il sistema immunitario dei bambini, due componenti cruciali dell'asse intestino-cervello. Si è scoperto che la supplementazione probiotica non ha alterato il microbioma intestinale e il profilo immunitario dei bambini.

La dott.ssa Elisabetta Volpe, del laboratorio di Neuroimmunologia Molecolare della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, ha sottolineato l'importanza della multidisciplinarietà nello studio: "Abbiamo analizzato diversi mediatori della comunicazione intestino-cervello, come comportamento, microbiota e sistema immunitario. Speriamo che ulteriori studi in questa direzione ci aiutino a identificare i fattori biologici associati alle disfunzioni comportamentali dell'autismo".

Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato l'efficacia del singolo ceppo specifico di Lactobacillus reuteri (ATCC-PTA-6475) su modelli sperimentali.

Questo studio è stato condotto in collaborazione con il Baylor College of Medicine di Houston, l'Università di Stanford e altri istituti italiani, australiani e svedesi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cell Host & Microbe.

Fonte: [Inserire qui la fonte](link)

Rivoluzione nel trattamento dell'autismo: un batterio può ridurre i sintomi psicosociali
Rivoluzione nel trattamento dell'autismo: un batterio può ridurre i sintomi psicosociali


"Il cervello non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere." - Plutarco

La ricerca scientifica continua a rischiarare il buio che avvolge i misteri della mente umana e le sue complesse interazioni con il corpo. Lo studio capofila del Policlinico Tor Vergata di Roma apre nuovi orizzonti nella comprensione del Disturbo dello Spettro Autistico (DSA), offrendo una scintilla di speranza per migliaia di famiglie. La scoperta che un batterio, il Lactobacillus reuteri, possa influenzare positivamente i sintomi psicosociali dell'autismo è una rivelazione che sottolinea l'importanza del microbiota intestinale, quel "secondo cervello" che ancora custodisce segreti da svelare.

La multidisciplinarietà dello studio, che unisce neuropsichiatria infantile, neuroimmunologia e microbiologia, è un esempio di come la collaborazione tra diverse branche della scienza possa portare a progressi significativi. Questi risultati non sono solo un passo avanti nella cura del DSA, ma anche un monito a non sottovalutare l'impatto che l'alimentazione e la salute intestinale hanno sul benessere psicofisico.

L'approccio probiotico, seppur ancora agli albori, potrebbe rappresentare una strategia complementare e meno invasiva rispetto alle terapie tradizionali, aprendo la strada a un futuro in cui il trattamento dell'autismo potrebbe passare anche attraverso la nostra dieta. Ciò che rimane chiaro è che ogni nuova scoperta è un tassello che si aggiunge al complesso puzzle dell'autismo, un puzzle che la scienza è sempre più vicina a completare.

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