Quando capita di mangiare del salmone, a casa o in un ristorante, ci si interroga su come riconoscere un prodotto buono: ecco cosa vedere. L'esperta chiarisce dettagli e differenze tra un salmone di qualità superiore e un altro inferiore.
Quando vai al sushi, ti sei mai domandato da dove proviene il salmone che mangi? Questo è anche l'interrogativo incipit che accompagna il video, pubblicato su Instagram, dagli esperti di Prevenzione in Tavola, che da tempo si occupano di uno dei processi più affascinanti del nostro tempo: come la buona cucina riesca a tradursi in benessere fisico. La voce di Daniela Biserni ci accompagna in un filmato che prova a rispondere a un quesito molto interessante: come riconoscere un salmone buono.
Ecco come riconoscere il salmone buono: cosa si può vedere
L'esperta mette a confronto due tipologie di pesci, uno allevato in maniera intensiva e un altro cresciuto liberamente in natura. Il primo dettaglio che balza subito all'occhio è la presenza di diverse striature che, nel primo caso, sono molteplici su tutta la parte del taglio. Al contrario, quello cresciuto in natura, liberamente, è quasi completamente della nuance originaria.
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Ma a cosa è dovuta questa particolare differenza? Il salmone cresciuto in allevamento ha maggiore difficoltà a muoversi. Di conseguenza, presenterà una quantità maggiore di grassi. Fatto che si traduce con le striature bianche sul taglio, che altro non sono che la presenza di grasso nell'animale. Al contrario, un salmone cresciuto allo stato brado avrà meno grasso: ciò è dovuto al fatto che avrà maggiore libertà di movimento ed è qualitativamente migliore.
Ecco il consiglio dell'esperta a riguardo: "È sempre meglio preferire pesce azzurro dei nostri mari", specifica. "Se invece abbiamo piacere di mangiare del buon salmone preferiamo quello selvaggio dell'Alaska", puntualizza. Questo pesce, inoltre, viene pescato attraverso una metodologia sostenibile e presenta una carne di qualità più elevata. Insomma, pochi dubbi sulla scelta.
Gli allevamenti intensivi
Gli allevamenti intensivi hanno spesso un impatto negativo sull’ambiente. Al contrario, la pesca dell'animale allo stato selvaggio è probabilmente più sostenibile e strettamente controllata per garantire la continuità della specie. Insomma, non resta che mettersi a tavola: nella scelta delle materie prime praticare scelte consapevoli può avere un impatto positivo su noi stessi e sull'ambiente. Per chi, al contempo, ama sperimentare ricette sempre nuove tra le mura domestiche, c'è questa preparazione per un gelato davvero gustoso: ecco come si fa e tutti i passaggi necessari per una buona riuscita.